Un gioco teatrale

Il mio primo Shakespeare di Donatella Musso

Un gioco teatrale

L’appuntamento con il ciclo After Shakespeare, che la Fondazione TPE dedica ai 400 anni dalla morte del Bardo, continua questa sera e domani alle 19 alla Sala Prove del Teatro Astra. In scena Lady M. di Donatella Musso, con Carlotta Viscovo e Maria José Revert, scene e costumi di Barbara Tomada, luci di Mauro Panizza e regìa di Alberto Gozzi.

Lady M. racconta la storia di una donna che si trova a comandare in un mondo normalmente gestito dagli uomini. Come Lady Macbeth, la sua vocazione è bramare il potere e, una volta conquistato, mantenerlo fino all’ultimo sangue. Siamo nel contesto di una comunità araba che alimenta terrorismo e conflitti ideali e religiosi. Lady M. ha bisogno di una donna che si faccia esplodere per l’ennesimo attentato, ma tutte le sue donne tradiscono. E, quindi, alla fine le resta solo la via dell’autodistruzione.

E mentre attendiamo lo spettacolo di questa sera, vi sottoponiamo con gioia il Primo Shakespeare di Donatella Musso, un suo personalissimo ricordo del primo incontro con il Bardo:

 

Sogno di una notte di mezza estate, a cinque anni.

Cugini e amici sono accolti in una antica casa detta Il Mondo.

Circolano copioni del Sogno scritti a mano con inchiostro viola. Adulti e bambini si aggirano tra le stanze e in giardino, entrano negli attimi oscillanti dell’inizio. Forse è già sera, sui tavoli ci sono molte candele accese.

Un Puck truccato con carbone è mio cugino Erberto. La sua ultima fidanzata si chiama Soave, attrice a Roma, pettinata alla Veronica Lake, è Titania e io la seguo incantata, ornata come è di penne di pavone, ma di Titania ce ne sono anche altre due, tutte con copione in violetto, si alternano, si scambiano i tempi, ridono con la bocca rossa. I miei genitori si sdoppiano, diventano altro dalla abituale vita di casa. Mio padre, di tanto in tanto, mi raggiunge e mi accarezza, ha la mano calda e forte. Un altro cugino, Angelo, mi conduce a un interruttore centrale e mi invita a spegnere e a accendere a volontà. Sono maestra di luce.

Percepisco che il rito si celebra in casa, lungo le scale, e fuori, sotto gli alberi.

Gli adulti che vedo immersi in un gioco teatrale sono giovani shakespeariani che vogliono vivere, sono tutti passati attraverso una guerra che ha ucciso alcuni loro amici, sono l’Italia che cammina.

Da allora quella festa è profondamente finita. Rimane una vasta pace inconsolabile, quella dei fulgori irrepetibili.

 

Donatella Musso